Recensione di Laura de Stradis - Famiglia Galiano

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Recensione di Laura de Stradis

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Recensione di Laura de Stradis


Scrittore esordiente alla soglia dei settant’anni anni. Dopo quasi quarant’anni nell’insegnamento, l’oritano Angelo Galiano pubblica “Oltre la coperta della zia. – Oria. Tracce di un vissuto (anni 30-60) in alcune campagne salentine”, Edizioni Esperidi. “La risposta da parte dei lettori ha superato le nostre aspettative”- commenta l’editore e archeologo Claudio Martino – "Alla presentazione ufficiale del libro, il 5 marzo a Oria, abbiamo riempito una sala di trecento posti e venduto quasi cento copie. Un successo che speriamo di ripetere, se Angelo vorrà continuare a scrivere e collaborare con noi. E il suo passato non è da meno: già nel 2007, infatti, il professore muove i primi passi letterari con “Il Pesante Martello dell’Ilva”,  la poesia che vinse il concorso  letterario internazionale “Il Pozzo e l’Arancio”. Quando ancora il complesso siderurgico tarantino era lontano dal diventare un caso giuridico e mediatico, Galiano ha riportato in versi la scomparsa di Andrea D’Alessano, suo ex alunno, vittima di un incidente sul lavoro all’Ilva. Anni di ricerche e interviste ad anziani, convogliano in una saggio storico che documenta, con foto dell’epoca, il vissuto del secolo scorso nelle contrade di campagna. I protagonisti sono i valori autentici del tempo: dagli odori, dai suoni e dai sapori della campagna (come l’alimentazione genuina del tempo), si passa poi ai giochi semplici – per adulti e bambini – non tralasciando la descrizione dei momenti di aggregazione (legati alla musica, ai racconti, ai balli e agli scherzi), dei riti religiosi e dei medicamenti naturali per curare i malanni. Un viaggio nel passato, attraverso il dialetto sbiadito nel tempo per i nostalgici che, leggendo, si perderanno nei ricordi. Galiano, però, non scrive per i suoi coetanei, né per se stesso, ma per chi, citando la dedica del libro, corre il rischio di non aver “nulla da raccontarsi in età adulta”. Per i giovani: per loro ha senso raccontare e tramandare l’abitudine all’oralità, sostituita ormai dai contatti virtuali, ogni rapporto passa attraverso un dispositivo elettronico che non ha nulla in comune con il sedersi in gruppo “sobbra lu pisulu”. Chi desidera l’ultimo gioco di Playstation, ad esempio, scoprirebbe come un bastone di legno diventasse divertimento. A chi non vive e non rispetta la natura  si dimostra come la campagna fosse maestra di vita, non erbacce e rifiuti. “Il mio libro è il tentativo di aprire un dialogo con i giovani, la promozione passerà anche dalla sensibilizzazione nelle scuole. Inviterò i ragazzi a riprendere a parlare e parlarsi, cominciando dalla famiglia, scambiandosi visite con i parenti per riscoprire la propria identità”. La scelta del titolo racchiude tutto: la zia di campagna stendeva per terra una coperta per  segnare lo spazio di gioco che, però, i bambini superavano per esplorare “oltre”. Ecco, i giovani di oggi dovrebbero fare un po’ così: andare oltre quello che impone loro la società come la moda e l’omologazione. Un’impresa ardua per un libro, se si pensa che i giovani siano poco inclini alla lettura. 


Laura De Stradis


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